Qui abita un*antifascista: fieri di esserlo
Ieri mattina, numerosi attivisti antifascisti pavesi, tra cui anche alcuni militanti e compagni del Coordinamento per il diritto allo studio-UDU Pavia, hanno trovato, attaccati agli ingressi delle proprie abitazioni degli adesivi con su scritto “qui ci abita un antifascista” e con il simbolo della Rete Antifascista Pavia barrato.
Come Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi, esprimiamo la nostra solidarietà a tutti coloro che sono stati attaccati da questo vile gesto, certi che questo atto intimidatorio non fermerà in alcun modo l’operato dei militanti e di tutta la Rete antifascista di Pavia, attiva da anni nella città lombarda.
Siamo di fronte ad un gesto intimidatorio in pieno stile fascista, compiuto nella notte, così da non farsi riconoscere.
Un gesto perfettamente fascista, come quando i nazi fascisti marchiavano i negozi degli ebrei.
Un gesto in stile mafioso, che prova a impaurire facendo sapere, in questo caso agli antifascisti, che si sa dove abitano, come per segnalare una supremazia territoriale. Gli adesivi sono stati attaccati nelle abitazioni private dei militanti, non nelle sedi di associazioni o di partiti. Abitazioni di cui è impossibile reperire l’indirizzo pubblicamente: questo significa che è stato fatto un lavoro molto accurato di rintracciamento delle abitazioni private.
Non è la prima volta che a Pavia accadono episodi di stampo fascista. Dall’apertura della sede di Casa Pound, la situazione in città si è resa sempre più tesa: dalle parate nostalgiche fasciste con il pretesto di celebrare l’anniversario della morte accidentale di un militante fascista degli anni ‘70 al pestaggio di alcuni ragazzi nigeriani, dalle violenze e minacce verso i manifestanti antifascisti pacifici alle presentazioni di libri fascisti in università. Per non parlare delle ultime vicende del periodo elettorale che hanno visto la piena agibilità dei fascisti, che indisturbati hanno fatto la loro campagna elettorale, comizi in pieno centro e tutto ciò che viene concesso alle forze democratiche alle quali, decisamente, questi movimenti non appartengono.
Ci rivolgiamo a chi si professa fascista, anche noi abbiamo qualcosa da dire, a voi e a tutti, e lo facciamo apertamente, senza paura, perchè non ne abbiamo: anche noi abbiamo gli strumenti per arginarvi, e sono nella nostra testa, nel nostro impegno quotidiano che mettiamo nelle azioni a tutela dei valori democratici e della Costituzione nata dalla Resistenza. Noi abbiamo una cultura, abbiamo la forza della ragione e della volontà, abbiamo l’entusiasmo di voler costruire una società giusta, libera da ogni rigurgito fascista.
La vostra azione di “marchiatura” delle nostre case altro non è che il riconoscimento chiaro del fatto che abbiamo ragione: la vostra è una cultura malata, basata sull’odio, sulla discriminazione, sulla necessità di individuare e attaccare il diverso, basata sulla violenza, pubblica e privata, di linguaggio e di metodi. A noi antifascisti questo non appartiene, perchè la nostra cultura è solidale, inclusiva, democratica e, soprattutto, costituzionale.
Cari fascisti, noi non abbiamo paura. Noi siamo una comunità. Noi siamo la comunità.
Non siamo antifascisti perché lo dice la Costituzione.
La Costituzione è antifascista perché noi, perché Pavia, perché l’Italia è antifascista.
Cari fascisti, il vostro gesto, oltre a essere mafioso e squadrista, è anche inutile al vostro scopo. Perchè che siamo antifascisti lo diciamo apertamente e alla luce del sole, non lo nascondiamo e continueremo a dirlo, a gridarlo, a praticarlo, sempre, in ogni luogo, ogni giorno.
Queste intimidazioni ci rafforzano, e da domani, senza più bisogno che facciate ricerche, troverete Pavia invasa da adesivi attaccati alle case di tante persone che orgogliosamente si dichiarano antifasciste!